Uscito nel 2018 per Goodfellas collana Spittle n°9.
Il punk rock in Italia alla fine degli anni ’70 non verrà certo ricordato per qualche gruppo in particolare o qualche singolo hit alla pari di Ramones e tanto meno God save the Queen, ma nel vecchio stivale c’era certamente un fermento di band che o per moda o per vera passione cercavano di seguire la scia dei ben più famosi artisti emersi in Gran Bretagna o negli USA.
Che ci fosse uno spirito di rivoluzione dal punto di vista musicale emerge in modo evidente da questo libro in cui il giornalista Stefano Gilardino insieme al fratello Fabrizio hanno raccolto i loro appunti giovanili sul rock italiano di quel periodo arricchendoli di alcune interviste ai protagonisti e di preziosissime foto e articoli.
La bellezza sta certamente nel fatto che questi appunti compaiono sul libro proprio come erano stati pensati e prodotti all’epoca quando l’intento dei due autori era di costruire un Quaderno punk per poter fotografare e mettere un pò di ordine nel marasma musicale scatenato dal punk rock in Italia.
Per comprendere il lavoro immane fatto bisogna immedesimarsi in un ragazzo dell’epoca (gli autori avevano 12 e 18 anni) appassionato di un genere musicale poco considerato da stampa e tv che voleva cercare informazioni senza avere nè un motore di ricerca, nè wikipedia nè tanto meno social o un cellulare per contattare i protagonisti o altri fan.
Inizialmente i due fratelli hanno suddiviso le band geograficamente per città principali con una breve scheda informativa ma di seguito il Quaderno Punk è diventato un vero e proprio block-notes di appunti ordinato cronologicamente su quello che stava succedendo attorno a loro. La lettura ovviamente è abbastanza veloce e scorrevole, si può saltare da una pagina all’altra per dare sfogo alla propria curiosità di ricerca del nome conosciuto o della città “amica”.
Colpisce l’attenzione negli appunti di Stefano e Fabrizio l’inserimento di nomi di musicisti che per quello che hanno fatto in seguito non sono stati assolutamente catalogati nel file “punk rock”, ad esempio Gianna Nannini e Vasco Rossi che agli esordi furono certamente influenzati, se non altro nello spirito, da un genere che stava emergendo in modo significativo, ma che poi si sono indirizzati verso altri lidi ben più remunerativi.
Nella proseguire la lettura del Quaderno Punk si evidenzia come il numero di band citate aumenti esponenzialmente a indicare forse che il seme lanciato dai precursori come Skiantos, Gaznevada, Rancid X, Kaos rock, Tampax, HitlerSS, Dirty actions e Sorella Maldestra avesse fatto germogli in tutta Italia; già dal 1980 sembra quasi che gli autori non riescono più stare al passo con l’esplosione di gruppi e uscite che arrivavano anche da piccole città o paesi. Molti i gruppi che provenivano dalla mia provincia di Udine, quasi tutti persi nel marasma della storia e a me sconosciuti, a parte i No Suicide e i grandissimi Mercenary God di Gemona del Friuli. Questi ultimi sono stati per me un fulmine a ciel sereno, dediti a un punk rock devoto ai Ramones ma anche dalle forti influenze inglesi, musicalmente sarebbero stati tra i più attrezzati in Italia ad uscire dall’underground ma certo la loro provenienza da un luogo sconosciuto e ai margini non li aiutò. Capitolo a parte vale per il The Great Complotto di Pordenone, riconosciuto ufficialmente come uno dei movimenti musicali più significativi del punk rock italiano, per il quale forse sarebbe stata legittimo attendersi l’inserimento di un’intervista.
Il quaderno infatti è stato arricchito da alcune interessanti chiacchierate con alcuni protagonisti: Confusional Quartet, Clito, No submission/Wax Heroes, Dirty Actions, Jumpers/198X.
Dalla lettura dello scambio di parole tra Stefano Gilardino e le band emerge uno spaccato significativo della storia di quel periodo in particolare per alcune delle città di riferimento come Bologna (Confusional Quartet), Milano (Clito, Jumpers/198X) e Genova (Dirty Actions) con l’eccezione di Treviso che aveva una band importante come i No submission ma non una scena cittadina.
Allegato al libro un CD compilation di 21 brani dell’epoca per tutte le band più importanti, perfetta colonna sonora per la lettura.