Gab De La Vega a dispetto di nome e tipologia di songwriting è un artista di Brescia che con costanza, passione e maestria è riuscito meritatamente a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama underground non solo europeo ma anche internazionale. A riprova di ciò ci sono le sue collaborazioni con artisti di calibro come Vic Ruggiero (Slackers) e Jesse Wagner (The Aggrolites) nel disco “Out Of Control: The Acoustic Session Vol. 1”, ma anche il sudore versato sui palchi di tutto il mondo aprendo a concerti di band riconosciute come Against me! , PUP e Frank Turner (che lo ha invitato al suo Lost Evenings Festival) ed ora l’accordo con la SBÄM! records per l’uscita in tutto il mondo del suo ultimo disco. Il processo di crescita nelle uscite è stato costante e nelle tracce di “Life burns” emerge una maturità a volte sorprendente nella capacità di scrivere canzoni semplici ma mai scontate e nell’attenzione ad una produzione veramente di livello che non ha fatto però perdere spontaneità.
In “Life burns” ci si può immaginare in viaggio sul galeone del pirata Gab De La Vega che con la sua ciurma The open cages naviga a vele spiegate verso un’isola sconosciuta alla ricerca di un forziere che nasconde il segreto della cura a tutti i mali dell’anima. Quel tesoro in realtà è quello che troviamo noi durante l’ascolto di queste 12 pure gemme di folk-punk che luccicano al primo ascolto e acquistano valore man mano che viaggiano dalle orecchie alla testa e al cuore.
Appena salpati per la navigazione con la ciurma di Gab De La Vega ci si confronta con il mare agitato di “To live is to survive (sometimes)” pezzo dall’andatura coinvolgente e dalle sfumature rockabilly. Senza il tempo di fermarsi per i rifornimenti si prosegue spediti con la ritmica tesa di “Off my chest” ma che apre a melodie trascinanti.
L’anima da songwriter e l’amore per Frank Turner di Gab De La Vega emergono tutti in “Rock bottom” dalle atmosfere soffuse iniziali subito pronte a tornare a stupirci con un ritornello spensierato. “A face in the mirror” concede una pausa nella navigazione in mare mosso ma il cielo ad accompagnarci si fa più più cupo, la chitarra acustica in primo piano crea un clima più introspettivo.
Il passato punk-hc di Gab de La Vega si condensa nei 2 minuti e mezzo di “Preaching to the choir”, il ritmo del galeone è pieno di adrenalina, la melodia è degna dei migliori Bad Religion. La navigazione spesso è in un mare calmo e la ciurma scruta il tramonto cercando la meta all’orizzonte, ci accompagnano “Northern lights”, “Immortal” e “Alone in the dark”.
Il pirata Gab De La Vega sa racconta le sue storie ed infatti non ci si può che innamorare dei genuini versi di “The bitter taste of dreams” che recitano “Maybe one day I’ll die on stage like a true legend of rock’n roll… but I’m here playing chords to which no one knows the words”, accompagnati da un ritmo ritornato incalzante.
“Rabbit hole” ci rivela la poliedricità di questo disco con un accenni molto roots rock’n roll ma appena preso fiato ritorna la fiamma punk di “Adrenalin Rush”. Il finale del viaggio non lo spoilero, salite a bordo per gustarvelo.
Gab De La Vega ha siglato un accordo con SBÄM Records (in tutto il mondo) per pubblicare Life Burns nel marzo 2024, in collaborazione con Sell The Heart Records (USA), la sua etichetta Epidemic Records (Italia), Motorcity Produzioni (Italia) e Overdrive Records (Italia).
“Life Burns” è stato co-prodotto da Simone Piccinelli e Gab De La Vega presso La Buca Recording Club (Montichiari, Brescia). La copertina dell’album in stile tattoo old school è stata realizzata da Christophe Bonardi, mentre il layout grafico è stata curato dallo stesso Gab De La Vega.
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