Nel vitale sottobosco musicale italiano ci sono gruppi che sfuggono a facili etichettature e cercano un sentiero personale per raccontare emozioni e frustrazioni. I Right Profile si formano a Milano nel novembre 2021 spinti da una irrefrenabile esigenza espressiva che li porta a salire per la prima volta sul palco a marzo 2022 e a pubblicare ad inizio dell’anno successivo l’ EP “Act One” registrato al Real Sound Studio. Già da quella convincente prima uscita emerge una band determinata nel portare avanti un percorso di manifestazione irrequieta del proprio vissuto attraverso un suono personale intriso di indie rock anni ’90, post-punk e post-hc. A seguito di ottime recensioni la band decide di proseguire il viaggio nel sottobosco musicale sia mettendosi in gioco sul palco (hanno suonato con The Gluts, Bee Bee Sea, Leatherette, Golden Hours, Cut e Stella Diana) sia cominciando a creare nuove canzoni che a distanza di meno di un anno prendono forma e si materializzano in “Like a wave in your building” .
Questo secondo EP dei Right Profile, ancora una volta registrato efficacemente in presa diretta e mixato al Real Sound Recording studio di Milano, ci riconsegna una band sempre più ansiosa di esplorare tra le righe del rock alternativo anni ’80 e ’90 e di regalarci un viaggio turbolento tra suoni caratterizzati da una distorta brillantezza. La traccia di apertura “Bob underworld” ci catapulta dentro un ritmo schizofrenico e martellante che apre a delle melodie coinvolgenti e a scatti di rabbia inaspettati. “Cycles” si mantiene più razionale e ci dà il modo di capire quanto gli Husker du siano stati un’influenza decisiva nella formazione artistica dei Right profile.
In “3 AM” chitarra, basso e batteria si rincorrono alla ricerca di una melodia che dia pace alle inquietudini di una notte turbolenta dove lo spettro di Bob Mould aleggia sornione e ritorna sistematicamente a farci compagnia. “A new band in new town” raccoglie forse tutte le passioni dei Right profile che includono anche l’agitata ricerca di armonia del post-punk dei Wipers dell’istrionico Greg Sage e il distorto alternative rock dei Dinosaur Jr del geniale J. Mascis.
I suoni brillanti di “Scars of memory” riportano alla mente i primi dischi dei REM dell’enigmatico Michael Stipe e chiudono un EP di 15 minuti che è un concentrato di melodie malinconiche e liriche intrise di emozioni (come non ricordare l’ “emo-core” di Washington DC) in cui il tempo sembra dilatarsi e sfumare per confondersi tra le onde del mare dopo la burrasca.
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