Alcuni mesi fa Andrea Toselli ha intervistato Ben Weasel nell’occasione dell’uscita dell’ultimo disco degli Screeching Weasel (che potete acquistare da Striped music), e ne è uscita un’interessante chiacchierata in inglese in cui lo storico fondatore e cantante della band di Chicago racconta non solo alcuni aneddoti sull’ideazione e produzione del disco e di qualche canzone in particolare ma si addentra in una riflessione generale sullo stato della musica punk rock attuale con il suo solito acume e una vena filosofica. Ho pensato che potesse essere interessante una traduzione in italiano, ringrazio Andrea per l’opportunità e vi invito a visitare il suo canale YouTube, buona lettura!
Andrea: Siamo qui per presentare il nuovo bellissimo album degli Screeching Weasel, “The awful disclosure of SW”, la prima domanda è questa:quanto è una sfida per te registrare un nuovo album? Voglio dire quando si arriva ad aver pubblicato 14 album nella propria carriera non credo si tratti solo di un piacere ma anche di una sfida.
Ben Weasel: Sì, immagino tu abbia ragione, ma non ci penso molto e credo sia perché non mi soffermo troppo su quello che ho fatto in passato. Sai dopo aver fatto uscire così tanti dischi fino ad ora penso di essere ragionevolmente fiducioso nelle mie capacità di scrivere canzoni e tutto ciò si riduce a questo. Ti chiedi se le canzoni sono buone e in un certo senso ti metti alla prova, dopo aver fatto così tanti dischi, non è tanto la sfida con te stesso piuttosto l’unica sfida per me è tirare fuori i soldi per produrre il disco e affrontare tutto ciò che può succedere in un’autoproduzione. La sfida è cosa posso fare per non essere noioso il che significa cercare di non ripetersi, bisogna guardare a cosa piace al pubblico che in genere sono le cose che sei bravo a fare e tenendo a mente che stai facendo musica per un pubblico e stai cercando di essere interessante, è un equilibrio che vuoi raggiungere, questo è abbastanza impegnativo. Ma ho un ottimo produttore e un gruppo di ragazzi che mi aiuta molto in questo.
Rispetto a questo equilibrio di cui parlavi, in questo genere musicale e nel suono degli Screeching weasel in particolare ci sono dei codici e inoltre ci si scontra con il dover trovare un bilanciamento con le aspettative del pubblico. I vostri fans amano alcuni dischi che considerano i migliori della vostra carriera, in questo senso ti senti di dover cercare dei compromessi tra il tuo modo di scrivere canzoni e ciò che i fans si aspettano rispetto ai codici del genere e all’eredità di quei dischi?
Fortunatamente direi di no perchè abbiamo una “fan base” piuttosto affezionata che ci dà un margine di manovra. Tu stai parlando delle convenzioni del genere e hai assolutamente ragione, qualche volta le convenzioni sono basate su delle buone ragioni, ma quello che cerco di fare piuttosto è di sovvertire le aspettative sapendo di essere abbastanza fortunato perchè abbiamo una base di pubblico che lo accetterà. Cerco di abbracciare le regole e i codici di cui tu parlavi osservandoli per quello che sono, sovvertendoli e mantenendo uno sguardo distaccato e ironico. Si può giocare molto in questi termini ma molte band non lo fanno penso perchè si tratta di un sottogenere che in superficie è molto limitato e quindi le persone tendono a rifugiarsi nelle sue regole.
Il mio atteggiamento è sempre stato: certo tu devi conoscere le regole perchè se ci sono sono lì per una buona ragione ma una volta che le conosci e diventi padrone di esse e sicuro di quello che fai puoi cominciare ad infrangere quelle regole e crearne di tue. Credo sia questo il punto in cui gli Screeching Weasel si trovino adesso grazie alla fortuna di avere una fan base che accetta e apprezza.
Questo è un interessante punto di vista. Stavo parlando con un altro Ben qualche giorno fa, stiamo parlando di Ben Harper, e stavamo parlando del fatto che ha prodotto una canzone usando il suono della tastiera clavinet, strumento diventato famoso con Superstition di Stevie Wonder, lui ha detto che certo quello è il suo riferimento ma che nessuno è proprietario di un suono. Anche nel mondo del punk rock probabilmente gli Screeching Weasel non possiedono il suono dell’organo nelle loro canzoni o probabilmente i Ramones non sono proprietari del suono del punk rock in generale ma quello che più si evidenzia è il tentativo di infrangere le regole.
Lo strumento musicale è solo uno strumento, quindi hai ragione nessuno lo possiede anche se qualcuno può essere strettamente identificato con una certa band. Ognuno lo può usare, perché si tratta di uno strumento, dandogli un proprio significato e quindi anche sovvertendo il senso originale. Sai tutta la musica si nutre di altra musica, e in particolare il rock’n roll è costruito da una specie di copia, ruba, incolla, e dalla creazione di un miscuglio di cose diverse provenienti da artisti diversi. C’è una storia molto lunga che risale all’inizio del genere e quindi quando la gente parla di originalità nella musica, spesso non coglie il punto perchè ciò che è originale non è la progressione di accordi o la strumentazione o nessuna di queste cose, quello che è veramente originale, ciò che conta è quello che tu porti in tutto questo come individuo e quindi quando tu porti la tua individualità in questi set stabilito di regole e strumenti apparentemente rigidi in realtà c’è davvero molto altro che tu puoi fare rispetto a quello che sembra.
Sono d’accordo e penso sia fantastico. Per questo disco “The Awful disclosure of SW” hai inserito 14 canzoni ma quante canzoni hai scritto e selezionato per poi arrivare a queste 14?
Non lo so con certezza ma sicuramente più del doppio, più di 30 se consideriamo anche idee che non erano ancora completate. In tutti i dischi nel corso del tempo sono tornato indietro a controllare cose vecchie mentre scrivevo cose nuove e quindi stiamo parlando sempre di 40-50 canzoni solitamente.
Posso immaginare quindi che tu hai lasciato qualcosa nell’armadio da qualche disco precedente o qualcosa che probabilmente non si adattava al disco a cui stavi lavorando in quel momento anche dal punto di vista dei testi forse.
Certo per esempio la canzone “Kill to cure” è una di quelle che ha quasi 20 anni, e a cui ho dato il via in varie forme con vari testi e per una ragione o per l’altra semplicemente non è riuscita ad entrare in nessun disco e non perchè non fosse una buona canzone, forse non si adattava ad un disco in particolare o c’erano volte in cui il produttore voleva un nuovo bridge o cose del genere. Quindi questo succede spesso e Kill to cure è un caso estremo, ma più della metà delle canzoni del disco sono state scritte probabilmente in un arco di periodo di 4 o 5 mesi che non è tipico per me ultimamente ma ho iniziato a scrivere canzoni prima della fine dell’inverno e ho eliminato molte cose e alcune erano canzoni o pezzi di canzoni che erano iniziate in altri momenti e che erano state escluse da precedenti dischi. Non erano ancora completate o non ero riuscito a portarle dove volevo e finalmente sono stato in grado di portarle dove dovevano essere per questo album.
Ad esempio per “Gates Lift High Your Heads” avevo questa strofa da tempo ma il ritornello non andava bene e per questo disco ho scritto un nuovo ritornello che mi è piaciuto molto e ho scritto un paio di sezioni di chitarra che mi sono piaciute un sacco e quindi sono riuscito a finire la canzone. La canzone “How art thou fallen” era nata per il mio vecchio gruppo the Riverdales e sarebbe stata sul prossimo disco di quella band se non si fosse sciolta e quindi non l’avevo mai finita ma queste cose succedono ma per il resto l’album è stato scritto in un periodo piuttosto breve abbastanza di recente.