Sebi Filigi da un po’ di anni porta avanti, parallelamente ai Senzabenza, anche i Royal Kebab con i quali dà libero sfogo alle venature più melodiche e intimiste del suo notevolissimo songwriting. Insieme a lui ci sono Giuseppe Vilardi, già nella primissima formazione dei Senzabenza, Enrico Berardi al basso e alla voce Francesca Bi.
A un primo impatto, vista la presenza di una voce femminile e il fatto che Sebi assomiglia anche un po’ a Dave Stewart, mi hanno ricordato i Tourists (dove peraltro il duo Stewart-Lennox firmava pochissimi pezzi, comunque ancora lontani dalle sonorità elettroniche che portarono al successo gli Eurythmics), e nei pezzi più lineari come il rock-boogie di Good but useless (per il Christopher Walken che è in voi, nel pezzo c’è anche il cowbell, ma probabilmente non abbastanza…) o At the count of 4 con il suo andamento sofisticato potrebbero dare questa impressione.
Ma il suono dei Royal Kebab è molto più essenziale, perché la vera forza di questo disco è la presenza di melodie pure, semplici ma non banali, magnificamente interpretate da Francesca e che non hanno bisogno di arrangiamenti pesanti o (troppi) trucchi del mestiere per dare peso specifico alle singole composizioni, come in Scratch your back, Stop stop stop e Time to break up.
In più, e per quanto mi riguarda sono i momenti più felici di tutto il disco, in pezzi come Clumsy June, Sometimes e Medium Horizon le composizioni sono arricchite da un preziosissimo feeling psichedelico (come l’arpeggio di chitarra con tremolo che chiude il ritornello di Clumsy June o il crescendo nel ritornello di Medium Horizon che ricorda anche Happy Ending di Joe Jackson) che confermano la passione di Sebi per il freak beat qui declinato in versione quasi acustica.
Il disco è uscito nel 2019 per cui recensirlo nel 2022 sembra un po’ strano, ma gli ultimi due anni hanno rappresentato un tempo sospeso che da un lato è sembrato infinito e dall’altro è come se non fosse esistito perché lo abbiamo potuto vivere poco e poi tutti devono essere sapitori della splendosità di questo disco, per cui se non lo avete ancora sentito potete andare sulla loro pagina bandcamp (https://royalkebab.bandcamp.com/releases) o meglio ancora, contattare il gruppo e richiederne una copia, perché il disco si sente molto meglio dello streaming!
Certo, l’ottimale sarebbe sentire Clumsy June con un walkman su un pier che dalla costa inglese si allunga verso la Francia quando il mare e piatto e il vento scorre tra i capelli… ma non si può avere tutto!
recensione di Marco Cicchella