I Mercenary God nascono a Gemona del Friuli alla fine degli anni ’70 portando all’ignaro pubblico friulano un suono “nuovo” che stava infiammando il mondo della musica partendo da New York e Londra, il punk rock. A suonare quel genere in Italia in quegli anni erano in pochi, certo c’era fermento ma niente di paragonabile con quello che stava accadendo in Inghilterra e negli Stati Uniti, eppure nel tempo sono emerse tante storie interessanti che erano quasi andate perdute, tra queste c’è quella dei friulani Mercenary God composti da Louis, Kermit e Duilio. Saltuariamente negli anni il loro nome è tornato fuori in occasione di uscite di vecchio materiale audio e anche di libri in cui si parla di quel periodo (ad esempio Il Quaderno punk dei fratelli Gilardino).
L’occasione per questa chiacchierata con Louis Armato, chitarrista e cantante, è arrivata con l’uscita di un video per una loro canzone di qualche anno fa, ora rimessa a nuovo. Il video esce proprio in parallelo con l’intervista e lo trovate in “anteprima” alla fine dell’articolo! Si comincia…
Come siete arrivati a suonare questo genere partendo da un paesino del Friuli territorio ai margini dei movimenti musicali più importanti ?
Louis: Io sono entrato in contatto con il punk rock attraverso i 45 giri dei Ramones e dei Saints che, ad un certo punto, sono comparsi fra i dischi in vendita nella cartoleria di mio zio, in cui spesso passavo i pomeriggi nella Gemona terremotata. Ma fu l’incontro con Edi “Kermit” Toffoli, il quale già faceva parte di una band di ispirazione punk a Udine, a mettere in moto tutto. Questa band si chiamava “Alternative” e, quando ne entrai a far parte anch’io, mutò il suo nome in “The wonderful Cocacola system”. Poco tempo dopo, io e Kermit ci staccammo dalla band e ingaggiamo Duilio Pontelli alla batteria per formare i Mercenary God. Le nostre fonti di informazione erano i giornali Melody Maker e New Musica Express, che acquistavamo all’edicola della stazione di Udine. Poi naturalmente c’era un gran giro di dischi in prestito e audiocassette copiate le une sulle altre.
Come venivate visti nel vostre zone e poi come siete riusciti ad uscire dalla provincia?
A Gemona del Friuli eravamo degli autentici marziani. Non direi che godessimo di grande rispetto. Noi passavamo gran parte del nostro tempo in sala prove a suonare mentre i nostri coetanei si distruggevano al bar. Tutto sommato eravamo ben felici di non far parte del mondo “normale”.
L’ambiente punk era composto da poche persone ma c’era una grande voglia di collaborare e si entrava facilmente in contatto con band ed appassionati di altre zone andando a vedere concerti e rispondendo ad annunci che comparivano sulle fanzine, i giornali fotocopiati tipici di quel periodo.
In questo modo siamo entrati in contatto con le band di Treviso e poi con gente di tutta Italia.
Infatti si trattava di un periodo in cui era molto complicato trovare marziani come voi e tenere contatti con altri gruppi o altre scene per via delle difficoltà di comunicazione che non erano quelle attuali, con quali band e persone in particolare vi siete legati in Friuli e in Italia? Anche sulle fanzine foste tra i primi, Kermit pubblicò “Leave home” tra il 1978 e il 1982 (finita anche su una tesi di laurea poi libro “Rumore di carta” di Diego Curcio), puoi raccontarci qualcosa sulla fanzine e quali erano le altre che leggevate?
Le band con le quali abbiamo stretto rapporti di amicizia e collaborazione, per quanto riguarda l’ambiente punk friulano, furono: COMMANDOS e NO SUICIDE di Udine e tutto il GREAT COMPLOTTO di Pordenone. Fuori regione il legame più forte è stato certamente quello con i NO SUBMISSION di Treviso.
Kermit, che era anche un abile illustratore e fumettista, pubblicava la fanzine LEAVE HOME, con la collaborazione di altre persone, fra le quali io e Duilio, e ovviamente dava molto spazio ai MERCENARY GOD ma anche a molte altre band italiane. Ho ancora alcune copie delle fanzine che leggevamo un po’ tutti e che si sono occupate anche dei Mercenary God : MEGAWAVE, ROAD TO RUIN, ROCK ZERO, LE SILURE D’EUROPE, NUOVA FAHRENHEIT.
In mezzo a questo fermento nel 1981 esce il vostro primo disco in compagnia dei No submission e No suicide, con la collaborazione di Claudio Sorge, riscuote ottimo successo in Italia, poi registrate il disco Burning Generation, ma intanto comincia un periodo di cambiamento nella scena punk con l’avvento della new wave e poi dell’Hardcore che diventa protagonista indiscusso, voi ne rimanete fuori, il vostro disco non esce, ci puoi descrivere quel periodo dal tuo punto di vista e cosa successe ai Mercenary god? In che posizione eravate rispetto alle nuove scene emergenti?
Personalmente è stato proprio l’avvento dell’hardcore a farmi allontanare dall’ambiente punk. Troppa politica e forme musicali decisamente lontane dai miei gusti: troppo poco rock and roll ! I Mercenary God sono arrivati al capolinea quando Duilio è uscito dal gruppo e io e Kermit avevamo esigenze diverse e non compatibili. Lui ha, forse più coerentemente, proseguito in una direzione New Wave, mentre io, dopo uno stop di un paio di anni, sono entrato a far parte di un gruppo pop/rock nel quale ho potuto esprimere la mia parte “leggera”. All’epoca comunque eravamo attratti da certe sonorità elettroniche, dal reggae, da un certo hard rock. Se non ci fossimo fermati forse avremmo tentato le strade che stavano percorrendo gruppi come Ultravox. Stranglers, XTC, Adam and The Ants. Non credo assolutamente che ci saremmo potuti evolvere in chiave hardcore.
Il vostro disco Burning generation già registrato ha dovuto aspettare il 2004 per essere pubblicato e poi nel 2006 è uscito un CD-ROM per la Snaps con tutto il materiale riguardante la vostra band, cosa è successo in quegli anni che vi ha portato a queste uscite? Che riscontro hanno avuto?
Tutta l’operazione di recupero del materiale audio dei Mercenary God è partita da un gruppo di ragazzi della provincia di Treviso, grandi appassionati di punk rock, che hanno deciso di fondare una piccola etichetta, la BigStarRolling, dedita alla stampa su vinile di materiale “storico” (ed inedito) del punk italiano. La pubblicazione di Burning Generation ha dato il via ad una serie di altre operazioni, come il CD-ROM da te citato, il film FRONTE DEL ROCK di Massimo Garlatti-Costa, la reunion, con due terzi della formazione originale della band e le relative apparizioni live in locali e festival.
Burning Generation ha avuto un ottimo riscontro, con recensioni ed interviste su riviste e siti internet di tutto il mondo. Probabilmente avrebbe potuto ottenere risultati ancora migliori con un adeguato investimento pubblicitario che però non era alla nostra portata.
Il punk rock ha vissuto alti e bassi e negli anni ’90 addirittura ha avuto un’esposizione mediatica significativa che ha portato all’ingresso nel mainstream di molte band; in parallelo però è sempre rimasta viva e prolifica una scena underground legata alle origini che è sopravvissuta alle mode: credete sia ancora vivo il messaggio originario del punk rock e possa avere un’appeal sui giovani d’oggi? Ci sono delle band punk rock delle nuove generazioni che vi piacciono o rimanete legati ai gruppi storici?
Ammetto di avere delle difficoltà a distinguere fra mainstream e scena underground, infatti Sex Pistols e Ramones, a quanto mi risulta, non sono mai stati gruppi underground. A parte la battuta, credo che l’idea di creare qualcosa di personale, anche con pochi mezzi e scarse competenze, caratteristica del movimento punk originario, sia rimasta valida ed abbia continuato a produrre nuovi movimenti (non necessariamente legati al punk). Se invece parliamo di punk rock, abbiamo assistito ciclicamente al ritorno di qualche forma di rock’n’roll elementare e grezzo, per cui mi aspetto che questa brace sotto la cenere torni a infiammare nuovamente qualche giovane rocker.
Io personalmente resto legato ai gruppi storici ma ascolto volentieri le nuove produzioni, punk e non punk 🙂
Arriviamo ai giorni nostri: avete pubblicato un nuovo pezzo Ri-masterizzato, raccontaci cosa c’è dietro a questo progetto, com’è nata questa nuova canzone e video.
Il brano YOU TOO (MAY GET IT SOON) risale a cinque anni fa, quando i Mercenary God sono stati contattati per partecipare ad un progetto dedicato all’acufene o “tinnito” (il fastidioso sibilo nelle orecchie di cui molti musicisti soffrono) , intitolato TINNITUS TALES. Manitù Rossi e Vittore Baroni, parte del collettivo musicale LE FORBICI DI MANITU’, ci hanno mandato l’idea di un brano con un testo su cui io ho elaborato una canzone che poi abbiamo arrangiato e registrato con la band (io, chitarra e voce, Duilio Pontelli – batteria, Luciano Silei – basso e cori). Il progetto è stato pubblicato nel 2016 ed era composto da una parte grafica e da supporti su cd e vinile con brani realizzati da artisti internazionali. La versione del brano uscita sul cd non corrispondeva completamente alla nostra idea e così, qualche anno dopo, abbiamo rimesso mano alle registrazioni e abbiamo realizzato un nuovo mix del quale siamo molto più soddisfatti. Contestualmente abbiamo realizzato un montaggio video, con la nuova versione, in uscita in questi giorni.
Il video che trovate qui si seguito esce in anteprima attraverso questa intervista, per questa opportunità ringrazio infinitamente i Mercenary God e in particolare l’amico Louis Armato.