I Ramones sono probabilmente la punk band più coverizzata al mondo, soprattutto perché c’è l’errata nozione che siano facili da suonare. Inoltre, gli stessi Ramones dei loro pezzi hanno dato più interpretazioni. Sheena is a punk rocker in studio dura 2 minuti e 40, su It’s alive 2 minuti e 16 e su quell’obbrobrio di Loco live 1 minuto e 47, per cui volendo le cover si possono scegliere nelle versioni del periodo d’oro o dal periodo triste, solitario y final.
Altro motivo per cui i Ramones primeggiano tra le band più coverizzate è che non sono solo le singole canzoni a essere state riproposte e reincise, ma interi album! La saga è iniziata con gli Screeching Weasel che hanno risuonato tutto il disco d’esordio della band newyorkese con l’obiettivo di essere il quanto più calligrafici possibili anche se l’esecuzione dei pezzi è molto più simile alle versioni di It’s alive che a quelle di studio. Sono poi seguite le versioni dei dischi successivi a cura di Vindictives, Queers, Mr T Experience, Boris the sprinkler, Beatnik Termites, Parasites…
A questi si aggiungono gli album tributo che nella versione corporate (We’re a Happy Family: A Tribute to Ramones) includono U2, Red hot chili peppers e Metallica e nelle versioni alternative (Gabba Gabba Hey: A Tribute to the Ramones; Ramones Maniacs; The Song Ramones the Same) includono Bad Religion, L7, White Flag, D.I., Hellacopters e Dictators
Per completare il quadro ci sono i lavori che rileggono i pezzi dei Ramones in modo completamente nuovo come i 7” dei Nutley Brass in cui i pezzi sono rifatti da una piccola orchestra di ottoni a metà tra Bachelor music ed Exotica
o il disco dei Ramonetures (Ramones + Ventures) in cui i pezzi sono suonati in pure stile surf dai Phantom Surfers con ospite Davie Allan dei Ventures.
A tutta questa produzione si aggiunge probabilmente il più matto tra i dischi che ha come riferimento il gruppo di New York. Stiamo parlando di Rocket to Kingston attribuito a Bobby Ramone in cui alcune delle più famose canzoni di Bob Marley vengono interpretate Ramones-Style invertendo però la polarità: il reggae è notariamente sempre in levare, ma le chitarre dei Ramones sono sempre in battere! In copertina la faccia di Marley viene incastonata nel caschetto di Dee Dee Ramone nel classico scatto con lo sfondo di mattoni.
L’intro di Teenage Lobotomy da il via a “I don’t wanna stand up” che è Get up, stand up, il riff iniziale di Rockaway Beach si trasforma in “Stirring in my room” cioè Stir it up. Jammin’ viene introdotta dal riff di Commando e dal finale di Now I wanna sniff some glue e diventa “Jamming affairs” e così via. Sul secondo lato ci sono “Glad to see you cry” che è No woman no cry che anche in questa versione velocizzata rimane un pezzo noioso e la rilettura di “Redemption song”che prende a modello Be My Baby (dopo tutto il produttore è Kevin Spector). Questi ultimi due brani appesantiscono un po’ l’ascolto di un disco che comunque dura giusto 20 minuti.
L’aderenza alle strutture dei pezzi dei Ramones è abbastanza fedele al modello originale. Il cantato somiglia molto a quello di Bob Marley, ma data la mia scarsa conoscenza dei suoi dischi, non posso dirvi se l’interpretazione sia rispettosa dell’originale. Il vinile (colorato) gira a 45 giri e sul sito della label Guerrilla Asso risulta essere già sold out, ma è probabile che riusciate a trovare ancora qualche copia tra distro e negozi (come Radiation a Roma) della recente ristampa su Punky reggae party in versione yellow and green splatter.
Consigliato a tutti gli estimatori dei Ramones e ai seguaci di Marley che non siano troppo integralisti!
Recensione di Marco Cicchella