“No control. Storie di hardcore punk californiano 1980-2000” Tsunami edizioni
Per chi come me è cresciuto musicalmente a metà degli anni ’90 ascoltando punk rock e leggendo Rumore e Mucchio Selvaggio (nonchè Dynamo!) la penna di Federico Guglielmi (che è giustamente riconosciuto come uno dei più importanti giornalisti musicali italiani) ha un significato molto particolare nonchè nostalgico.
Insieme ad altri giornalisti era tra i pochi a scrivere di hc-punk californiano con passione sincera e soprattutto competenza, frutto entrambe di una devozione al genere cominciata fin dalla genesi di queste sonorità alla fine degli anni ’70 sulla costa ovest degli USA. Guglielmi infatti fu uno dei primi giornalisti europei a trattare quella nascente scena “hardcore”, ancora prima che il termine fosse di uso comune, tanto che già nel gennaio 1982 recensì l’esordio su disco dei Bad Religion per il Mucchio Selvaggio.
In questo ricco testo sono raccolti tutti gli scritti di Guglielmi (recensioni, interviste, approfondimenti) apparsi sulle riviste per cui ha lavorato collegati insieme in un perfetto continuum cronologico e di senso.
La prima metà del libro (ai miei occhi la più interessante) raccoglie quel periodo storico che dalla prima stagione schioppettante del punk di Los Angeles (X, Screamers, Weirdos, Dickies, Germs, Fear…) e San Francisco (Crime, Nuns, Avengers, Dead Kennedys) arriva all’esplosione della prima ondata HC (Adolescents, Black Flag, Circle Jerks, TSOL, Social Distortion) che poi porta al riconoscimento di quel suono su scala mondiale e alla nascita di nuovi adepti (Descendents, Vandals, Bad Religion). In tutta questa prima parte, il periodo certamente più florido e genuino per il genere, c’è spazio per decine di recensioni di dischi accompagnate da approfondimenti e interviste con tantissime foto in bianco e nero. Le bands su cui si focalizza la lente d’ingrandimento, dopo un’intervista al giornalista nonchè testimone oculare John Savage, sono Dead Kennedys Black Flag, Dickies, Social Distortion e Bad Religion.
Dopo una parte centrale di transizione un altro grosso approfondimento avviene per il periodo che dal 1994 vede l’HC e il punk rock della California scalare le classifiche (Offspring, Rancid, Green Day, Nofx, Bad Religion) uscendo dalla nicchia di aficionados e arrivando alla massa. Le pagine scorrono veloci anche perchè il periodo è ovviamente quello che ho vissuto in prima persona e così ritrovo alcune recensioni e interviste lette all’epoca della pubblicazione (operazione nostalgia!). Ma la cosa interessante è che ci sono anche dischi pre-1994 come Kerplunk! dei Green Day e alcuni dei NOFX che fanno assaporare come non ci fosse alcun segnale dell’esplosione commerciale che stava per avvenire di li a poco.
Il libro ci racconta attraverso le recensioni e gli approfondimenti come in seguito al successo di alcune band nel 1994 arrivò un’insperata visibilità per molte che erano attive già da tempo ma anche per altre che si formarono semplicemente per approfittare della moda del momento.
In quest’ultima parte la fanno da padrone le etichette di riferimento del suono californiano anni ’90, per l’HC la Epitaph (che diede però lustro anche a un revival garage punk rock’n roll) e la Fat Wreck Chords e per il punk rock più pop la Lookout di Berkley San Francisco.
Il viaggio si chiude con una bellissima intervista fatta da Max Stefani nel 1995 a Federico Guglielmi per Mucchio Selvaggio proprio sul punk anni ’90 e le sue origini.
L’autore chiarisce fin dall’inizio del libro che “non è un’enciclopedia o una guida pratica”, ma secondo il mio modesto parere con 243 dischi citati ci si avvicina parecchio ed è comunque un utile strumento per chi vuole approfondire la storia di questo genere musicale.
Da avere.