BLACK FLAG. I pionieri dell’hardcore punk.
di Stevie Chick, prefazione di Marco Philopat. Odoya Cult Music, 2012.
Quando si parla di Black Flag si scatenano nella mente immagini mitiche di live infuocati e provocatori condite da una musica caotica e violenta. Non importa che tu conosca la storia della band di Hermosa beach, la sensazione di tensione e pericolo quando si pronuncia quel nome ti accompagna comunque. La bandiera nera di per sè già porta un senso di tensione e rivolta, se poi ci mettiamo tutta l’iconografia volutamente provocatoria creata per loro da Raymond Ginn Pettibon, i presagi evocati dal gruppo californiano sono da clima di battaglia. Ed in effetti leggendo questo splendido e dettagliato libro la storia dei Black Flag fu realmente una guerra contro tutto e tutti, contro la polizia di LA che boicottava i loro concerti presidiando e picchiando chiunque, contro la sfortuna (o ingenuità) di un contratto sbagliato, contro gli stessi fans che spesso non hanno capito e accettato la loro evoluzione musicale, e contro se stessi, prigionieri di una dedizione maniacale alla causa.
Hermosa beach non era L.A., i beach punk dei sobborghi sull’oceano non erano i punk del The Masque a Hollywood (anche per ragioni anagrafiche), quello che uscì da quelle alienanti zone residenziali fu qualcosa di diverso dalla scena settantasettina punk rock californiana, qualcosa di ancora più estremo perchè ovviamente doveva andare oltre, tracciare un solco. Ci volle un nuovo nome per definirlo… era punk ok ma era più duro, era Hardcore punk.
E i Black Flag furono dei pionieri appunto, perchè insieme a Middle Class, TSOL, Circle Jerks, Social Distortion, Adolescents, Descendents, Bad religion… hanno scritto un capitolo nuovo del punk californiano e poi mondiale generando un numero infinito di evoluzioni e di altrettanti adepti.
Il libro parte dalle storie dei singoli fondatori, delle loro famiglie immerse nella storia del sogno americano incarnato dalla California, per poi raccontare la genesi della band attraverso la nascita delle amicizie basate spesso sulla condivisione di gusti musicali ma soprattutto di attitudine alla vita e la crescita della “scena” punk della costa. La bellezza sta proprio nel potersi immergere nella vita dei vari componenti della band (inizialmente chiamata Panic), nell’intrecciarsi delle storie con altri ragazzi che andranno a formare altre band storiche come Minutement, Redd Kross e le avventure all’interno del mitico covo-sala prove “la Chiesa”.
Il libro scorre velocemente percorrendo poi il crescere della celebrità dei Black Flag che grazie alla loro costanza e credibilità hanno fatto proseliti ovunque partendo per tour estenuanti in tutti gli states e non solo. Il percorso del gruppo si accende con l’arrivo di Henry Rollins con la sua controversa personalità e il suo carisma coinvolgente.
Un libro imprescindibile anche per i non amanti del genere Hardcore, grazie al quale capirete perchè giustamente i Black Flag sono diventati una band leggendaria e li apprezzerete anche se magari dal punto di vista musicale avete orecchie abituate ad altro.
Da leggere!